Torriana 

Torriana dista 7 chilometri da Santarcangelo di Romagna. Di origini villanoviana, dopo il 1000 fu dominata dai Malatestiani da Verucchio. La leggenda narra che nelle segrete del castello di Torriana venne ucciso Gianciotto Malatesta.

Nel 1504, come gran parte della Romagna, Torriana passò a Venezia tornando dopo pochi anni alla Chiesa, che nel 1519 la concesse al conte Pio dei Carpi.

Centro agricolo, per lungo tempo le pendici del suo monte Scorticata vennero erose da cavatori e marmisti. Fu centro di segnalazioni per la vallata nel '300, facendo parte di quel complicato sistema di paesi dove sorgevano torri per segnalazioni luminose che arrivava fino a Urbino e per tutto il Montefeltro.

Il nome Scorticata venne cambiato da Benito Mussolini nel 1938 in Torriana. Sul finire degli anni '70, Torriana incluse Montebello, oggi sua frazione, dal comune di Sogliano al Rubicone.

Montebello è nota per il suo castello appartenente alla famiglia dei conti di Bagno dove, agli inizi dell'800, si celebrarono le gesta del bandito Tommaso Rinaldini, detto "Mason dla Blona" poi decapitato, a Ravenna dalle truppe papaline. Fra Montebello e Torriana si erge il colle di Saiano, a picco sul Marecchia, dove nel 1300 venne costruita una chiesa, successivamente ampliata e dedicata alla Madonna.

Località sicuramente abitata fin dai tempi dell'età del ferro, come dimostrano i numerosi reperti archeologici ritrovati in loco.

Nel medioevo fu dotata di un'imponente castello edificato sulla sommità di uno sperone roccioso.
Documentato dal 1141, quando venne concesso dal Papa Lucio II alla chiesa Riminese, che lo assegnò nel 1186 ai Malatesta di Verucchio.

Lungamente conteso per la sua posizione dominante sulla valle del Marecchia, fu comunque possedimento dei Malatesta fino al 1462, anno in cui fu conquistato dai Montefeltro.
Il sottostante abitato, edificato sullo zoccolo del masso calcareo sul quale si erge la fortificazione, risale a tempi più recenti.

Anticamente il toponimo del castello era Castrum Scortigatae (La Scorticata), l'attuale denominazione risale al 1938. 

Comune di Torriana - RN
INDICE
  1. Le principali attrattive turistiche
  2. Saiano - Madonna di Saiano
  3. Montebello

Le principali attrattive turistiche

Torriana

Le principali attrattive

Per i turisti e occasionali visitatori, Torriana e Montebello offrono testimonianze malatestiane. In entrambi i centri, infatti, si ergono castelli e ruderi di torri costruite durante la dominazione dell’antica famiglia riminese. A Torriana, poi, c’è da vedere la chiesa che conserva pregiate tele del 1700 romagnolo.

Restaurato negli anni ’60, il castello ospitò un ristorante e un night club e la sua mole attuale, pur se rifatta per molti volumi, esalta il maniero originario.

L’abitato

Il borgo di Torriana si appoggia ai piedi del gran masso calcareo che un tempo dovette apparire ben più nudo di oggi, tutto circondato da una fitta vegetazione. L’abitato tuttavia fu caratterizzato dalla costruzione di tempi molto antichi e varie fortificazioni. Trattasi di costruzioni che si inerpicano sul primo tratto dello scoglio roccioso.
Il paese si stende praticamente lungo la via principale ed ha nei suoi suggestivi panorami, monumenti e palazzi storici, che ne fanno la sua carta vincente.

La rocca

(Proseguendo la salita oltre la Torre Quadrata)
Più evidente rispetto alla Torre Quadrata è stata oggetto di un ampio intervento di rifacimento. Dell’antica costruzione che occupava il cucuzzolo più alto del monte, restano una bella porta d’accesso, due grandi torrioni circolari, una cisterna, parte delle mura e del maschio.

Una leggenda narra che nei recessi della Rocca venisse trucidato nel 1304 Gianciotto Malatesta, lo stesso che anni prima, folle di gelosia, aveva ucciso la moglie Francesca da Rimini e il proprio fratello, Paolo, gli amanti sfortunati celebrati da Dante nella Divina Commedia.

La Chiesa di S.Vicinio

La Chiesa parrocchiale di S.Vicinio, é stata costruita ex novo nel 1854, accanto alla vecchia chiesa ubicata un tempo dov’è ora la canonica.

Al suo interno sono presenti alcuni quadri risalenti all’epoca della costruzione, fra cui un “S.Vicinio che prega l’Immacolata Concezione” e un “S.Bernardo”, patrono del paese. L’organo è stato donato alla chiesa nel 1938 da Benito Mussolini nell’occasione in cui l’antico nome Scorticata fu cambiato in Torriana.

La torre quadrata

(Poco dopo il cimitero imboccando sulla destra Via Castello)
Risale al XIII secolo e da essa deriva il nome moderno di Torriana. Ubicata sulla cima di uno dei due colli rocciosi che danno identità al luogo, domina la valle del Marecchia.

Quel che resta dell’antico manufatto, recentemente consolidato, si staglia netto sulla pianura ed è visibile da lontano. Anticamente la costruzione di ponti la collegava alla Rocca.

Piazza Allende

Ubicata a fianco della strada principale la piazza di Torriana, strutturata a conca, un po’ arena e un po’ balcone, è aperta sul panorama della vallata del Marecchia.

L’albero dell’acqua

Scendendo la gradinata della piazza di Torriana, sulla destra, zampilla una fontana singolare, è “L’Albero dell’acqua”, una fantasiosa creazione del poeta e sceneggiatore Tonino Guerra. La scultura ricorda il fiume Marecchia e le sue acque vivificatrici che attraversano terre, memorie e sogni.

La torre campanaria

(Poco sopra la Rocca attraverso uno scosceso sentiero verso la vetta)
Faceva parte della chiesa parrocchiale dedicata ai Santi Filippo e Giacomo, distrutta durante l’ultimo conflitto mondiale (e di cui ora restano stanze aperte al cielo e muri perimetrali). La chiesa sovrastava un tempo la Rocca di Torriana.

La Torre, dotata di una campa-na, staccata dall’impianto della chiesa e ubicata nella parte che guarda il mare, gode di uno dei paesaggi più straordinari della Valmarecchia.

L’occhio gira a 360 gradi in un volo da mozzafiato ad oltre 400 metri sul livello del mare e si appoggia su confini lontani, su fossi e calanchi, strette gole verdi e dirupi rocciosi, e su una straordinaria visione di Verucchio.

Saiano - Madonna di Saiano

Nei dintorni: Saiano e Montebello, due luoghi da scoprire.

A 3 chilometri dal Ponte Verucchio. Si percorre la strada bianca a sinistra, subito dopo il ponte in direzione Villa Palazzi, qui si può lasciare l’auto e si prosegue lungo uno stradello che conduce fino al greto del fiume.

Da qui una pista pedonale ben riconoscibile porta fin sotto la rupe di Saiano, il sentiero per salire è a destra. Saiano si può raggiungere anche attraverso tre sentieri segnalati lungo la strada tra Torriana e Montebello.

La Torre e la Chiesa di Saiano sorgono su uno scoglio gessoso non lontano dal greto del fiume Marecchia che qui, prima di raggiungere il mare, si allarga in un’ampia ansa. Oggi il territorio è parte dell’oasi naturalistica di Montebello. Anticamente il luogo era sede di un Castrum appartenente ai principi di Carpegna e di cui si hanno notizie sin dal 962.

Il 15 agosto del 1996 il Santuario di Saiano, oggetto di un attento restauro che ha portato alla ricostruzione della sua cupola, è stato nuovamente riaperto al culto.
Attualmente è custodito da alcuni frati francescani dell’ordine del Cuore Immacolato di Maria provenienti dalla Colombia.
Si tratta di cinque confratelli, tutti giovani, tra i 18 e i 35 anni, giunti in Italia per svolgere la loro missione.
Il Santuario della Madonna
(Visitabile tranne il lunedì – tel 0338/3124415)
Costruita sui resti di un antico tempio pagano è dotata, al suo interno, di tre altari ed è dedicata alla Beata Vergine del Carmine.

La Madonna di Saiano

Statua in gesso, ritenuta miracolosa, risale al XV secolo ed era oggetto di un particolare culto: ogni 15 agosto si recavano alla chiesetta le partorienti dell’intera valle a pregare la Vergine per un esito felice. Tuttora il santuario festeggia la sua Madonna il 15 agosto.

Il portale in bronzo

Realizzato su disegno dello scultore Arnaldo Pomodoro, chiude il Santuario di Saiano. L’opera rappresenta il Marecchia e i suoi affluenti, ma, nella simbologia che le ha voluto conferire l’autore, il Marecchia è la Madonna che raccoglie come affluenti i suoi numerosi fedeli per condurli fino al mare, ossia fino a Dio.

La Torre cilindrica

Domina lo sperone di roccia viva di Saiano. E’ ciò che resta dell’antico castello. Il manufatto, di foggia bizantina, come i resti delle mura, risale al VII secolo.

Montebello

Percorrendo un’aerea strada asfaltata di crinale, l’unica esistente, da Torriana si giunge in pochi minuti al castello di Montebello. Luogo di antiche battaglie, di magie panoramiche, di teneri fantasmi, Montebello ha conservato in barba ai secoli e grazie alla sua posizione grifagna e solitaria, una struttura medievale pressoché intatta.

Oltre i suoi bastioni e dietro la sagoma del castello le colline degradano verso la pianura e il mare.

E all’orizzonte, azzurri nelle lontananza o nitidi nei giorni di sole, si scorgono i primi contrafforti dell’Appennino scuri di boschi.

Di origine militare romana (III secolo a.C.) come testimonia il nome, ossia Mons Belli, il monte della guerra, il castello di Montebello fu acquistato nel 1186 dai Malatesta che, in questa terra di confine dove tutti erano nemici di tutti, provvidero a dotarlo di fortificazioni. Il luogo infatti era ubicato proprio sugli insediamenti dei Montefeltro, nemici storici del Malatesta.

E proprio i Montefeltro, nel 1393, con un audace colpo di mano, riuscirono a conquistare l’inespugnabile fortezza. Solo nel 1438 Sigismondo Pandolfo Malatesta riuscirà, con genio militare e spregiudicatezza strategica, a ricondurlo alla sua potente famiglia che viveva in quegli anni l’apice del proprio dominio.

Ma l’inimicizia del papa Pio II Piccolomini e gli eterni rivali Montefeltro decretano l’inarrestabile declinio dei Malatesta. Il castello di Montebello nel 1463 passa ai conti Guidi di Bagno che ne
sono tutt’oggi proprietari.

Porta d’ingresso

Un tempo era il portone del Castello ed era preceduto da un profondo fossato asciutto, ora introduce al minuscolo borgo di Montebello il cui abitato conserva intatti tutti gli elementi urbanistici medievali.

Il silenzio, il luogo è aperto solo ai mezzi motorizzati dei residenti che sono circa una trentina, l’atmosfera e i panorami ne fanno un luogo unico.

Capaci e comodi parcheggi, situati fuori le mura, danno spazio alle auto dei visitatori.

La Torre civica

Di epoca medievale troneggia nell’abitato con la sua solida mole quadrata. Orientata in modo che la sua campana fosse udibile sia nella Valle del Marecchia che in quella dell’Uso, ha scandito nei secoli avvenimenti e pericoli imminenti.

I sentieri

Intorno alle mura che stringono il piccolo borgo corrono diversi sentieri, un tempo uniche vie d’accesso, tracciati dai passi degli antichi abitanti. I loro nomi sono ancora ricchi delle suggestioni natruralistiche del luogo: il Passo della Volpe, il Passo del Sasso, i Torricini.

Ripristinati e debitamente segnalati salgono e scendono dai parcheggi ubicati intorno al borgo.

La Chiesa del Borgo

Intitolata a S.Pietro Apostolo, si incontra quasi in fondo all’abitato, seguendo il perimetro delle mura di Montebello.

Al suo interno appaiono chiari i segni dell’intervento effettuato nella prima metà del ‘700 da Ferdinando Guidi di Bagno. Anticamente era la chiesa del castello.

Al suo interno è riposto un organo settecentesco.

Altre opere: Paliotto, posto sotto l’altare maggiore risale al XVII secolo e richiama l’altro, più ridotto nelle dimensioni, esposto nella Cappella gentilizia del Castello.

Ancòna con i 15 Misteri del Rosario, collocata in fondo sulla destra è datata, come mostra la scritta, 1651. Al suo interno una tela settecentesca, di autore anonimo, riproduce la Madonna col Bambino.

S.Pietro, S.Biagio e S.Andrea, olio su tela del ‘700, di autore anonimo, collocato in fondo alla chiesa, ricorda un preciso atto storico: l’unificazione in un’unica prebenda delle tre parrocchie di S.Pietro, S.Andrea e S.Biagio operanti a quei tempi sul territorio di Montebello.

La Rocca di Montebello

Subito dopo il Portale che introduce alla cerchia fortificata di Montebello, sulla destra, una rampa pietrosa conduce al Girone, ossia al secondo giro di mura, il bastione fortificato dentro a cui sorge la Rocca.

La costruzione, innestata sulla roccia, corrisponde alla parte originaria della fortificazione. Attorno ad essa, tra XI e il XVI secolo, sono state aggiunte altre strutture che hanno attribuito al castello le caratteristiche tipiche di un palazzo gentilizio.

Il maschio della fortezza
E’ la parte originaria del castello. Le sue fondamenta innestano, in basso sulla roccia, un basamento di forma esagonale a scarpa.

L’Armeria dell’Albana
(Visitabile, il sabato fino alle 23. Tel 0541-675180)
E’ il primo edificio che si incontra in cima alla salita che conduce al Girone.

Si tratta di un’antica pieve romanica, come la facciata del manufatto rivela chiaramente, che ha subito nei secoli vari rimaneggiamenti e usi diversi: è stata fucina di fabbri ferrai, alloggiamento per le artiglierie ed ora accogliente enoteca.

La corte del castello
E’ racchiusa in un quadrato di pareti, in cui si individuano le due parti che compongono l’edificio. La più vecchia ha mantenuto le forme difensive originali, la più recente (XVI e XVII secolo) risente invece della funzione residenziale.

L’ala rinascimentale
Costruita dai Malatesta a cavallo del 1400, custodisce decine di pezzi di arredo come quadri, mensole, specchi, cassettoni, autentici gioielli di arte e artigianato italiano fra il 1400 e il 1700.

La “Galleria di Azzurrina”
Ricorda la tragica vicenda di Guendalina, la bimba, figlia del feudatario Ugolinuccio Malatesta, che in un tempestoso pomeriggio del solstizio d’estate del 1375, svanisce misteriosamente nei sotterranei della fortezza inseguendo la sua palla di pezza.

La piccola, la cui voce secondo la leggenda si ode ancora singhiozzare ad ogni quinquennio nelle notti del solstizio d’estate, ribattezzata Azzurrina per i suoi limpidi occhi azzurri e i chiari capelli dai riflessi azzurrati, è una della tante misteriose presenze che popolano gli spazi del Castello.

Per ascoltare i suoi struggenti singulti sono saliti al castello curiosi, medium, esperti e cacciatori di fantasmi.

L’oasi naturalistica

Si estende su 1200 ettari e costituisce la parte terminale del percorso sentieristico che dal Parco del Marecchia arriva fino a Montebello.

Disseminati nell’oasi, che ha caratteristiche prettamente collinari e rocciose, un giardino botanico, la foresta, lo stagno, e una vasta presenza di specie animali. Sono stati contati sino ad oggi 8 specie di anfibi, 135 uccelli e 24 mammiferi.

Fra le specie più rare figurano l’istrice e l’albanella. All’interno dell’oasi, lungo un intricato sistema di sentieri silenziosi e profumati nascono numerosi tipi di orchidee. Il periodo degli avvistamenti inizia con i primi tepori di marzo e si protrae fino all’estate.

A contorno crescono asparagi, lentischi, pungitopo, erica arborea, primule, ciclamini, vinca minor ed ellebori. In fase di organizzazione, prevede nel proprio perimetro un museo naturalistico che offrirà spazi e materiali per la ricerca e la sperimentazione.