Arte rinascimentale a Rimini

Arte rinascimentale a Rimini

Le opere e l'arte rinascimentale nella città di Rimini secondo l'espressione di due artisti Duccio e Leon Battista Alberti.

INDICE
  1. Duccio
  2. Leon Battista Alberti
  3. Arte e monumenti rinascimentali:

Duccio

A Rimini dal 1449 al 1457 è impegnato come progettista e, parzialmente, come esecutore della decorazione a rilievi dell’interno, del Tempio malatestiano.

La decorazione prevedeva una specie di enciclopedia medievale, con inserti di figure paganeggianti, a fini celebrativi del committente Sigismondo Pandolfo Maletesta e della sua dinastia, a detta di Valturio il programma iconografico venne redatto dal comittente stesso.

Ma più realistiacmente potrebbe essere stato ideato dagli intelletuali raccolti alla corte malatestiana (Basino da Parma, Roberto Valturio, Poggio Bracciolini), il contenuto erudito ed enigmatico è adatto solo per una fruizione di dotti.

Decorazione di Duccio

I suoi rilievi posti lungo le membrature architettoniche, sono poco accentuati e quasi privi di peso. Nelle cappelle laterali eseguì i cicli con le Virtù teologali nella cappella di san Sigismondo, inserite in nicchie strette.

Nella cappella di Isotta, il ciclo con putti danzanti e musicanti su un fondo azzurro-blu, con la cappella delle Divinità planetarie il tema è astrologico, con la rappresentazione dei pianeti e dei segni dello Zodiaco insieme ai carri trionfali di Marte, di Venere e della Luna, inoltre sono presenti due bassorilievi che allegoricamente parlano di Sigismondo.

Nel primo si vede dal mare la città di Rimini, di cui si riconoscono le mura, le torri, il castello e il ponte di Tiberio, con nel porto un vascello a vele gonfie, sopra, il segno del Cancro, segno zodiacale del Malatesta, rapprsentato al posto dello Scorpione segno della città di Rimini.

Il secondo detto Il naufragio di Sigismondo in vista dell’isola Fortunata è stato tratta dal poemetto laudatorio di Basinio Basini, nella scena un uomo in una barca rema in mezzo a un mare agitato e popolato di mostri marini si riconoscono tre isole ognuna co un diverso aniamle un uccello, un leone e un elefante.

Queste tre cappelle si trovano sulla parete di destra a sinistra troviamo la cappella delle Arti Liberali e delle Muse, con in aggiunta alle Arti ad Apollo ed alle Muse troviamo le allegorie della Filosofia, della Botanica, della Concordia e della Musica, la cappella successiva è con giochi di putti in diciotto riquadri detta dei giochi infantili o dell’Angelo Custode, ultima è la cappella della Madonna dell’Acqua, con Sibille, Profeti, e il trionfo di Mineva.

Nell’edificio il monogramma con il ritratto di Sigismondo Pandolfo Malatesta da Rimini, di profilo e coronato dall’alloro come un generale romano è sparso tra i rilievi tanto da diventare il lietmotiv di tutto il tempio.

Un simile complesso celebrativo, dove in una tempio cristiano viene celebrato un uomo e la sua dinastia, in cui l’interno si fonde la cultura gotica e quella pagana, a quel tempo era possibile solo in una città provinciale, governata da un uomo con precisi intenti politici di autocelebrazione.

Di questo tempio Pio II scrisse ch’era “piena d’opere pagane al punto che sembra meno una chiesa cristiana che non il tempio degli infedeli adoratori del demonio”.

Leon Battista Alberti

Leon Battista Alberti nacque a Genova nel 1404.

Studiò a Padova e a Bologna, dove nel 1428 ottenne la laurea in diritto canonico.Visse in seguito sempre tra Firenze e Roma.

Oltre ad essere architetto fu letterato, filosofo e poeta, si occupò teoricamente delle varie arti scrivendo numerosi trattati tra i quali il Della Pittura scritto nel 1436 circa, il De Re Aedificatoria scritto tra il 1450 e il 1472 e il De Statua Scritto intorno al 1464.

L’ideale estetico di Leon Battista Alberti si basa sulla ricerca dell’armonia proporzionale, sulle forme proporzionate e modellate sull’uomo.

La sua cultura lo rese ricercato presso le più importanti corti del Quattrocento: fu a Ferrara dove per gli Estensi progettò l’Arco del Cavallo sul quale poggia la Statua equestre di Nicolò III d’Este e il campanile della cattedrale della città. A Roma Papa Nicolò V gli diede l’incarico del riordino urbanistico della città e del restauro di S. Maria Maggiore, S. Stefano Rotondo, S. Teodoro.

Tempio Malatestiano

A Rimini, nel 1450, per Sigismondo Pandolfo Malatesta, progettò il rivestimento con nuove strutture della chiesa gotica di S. Francesco a Rimini, che divenne il Tempio Malatestiano in aperta lite con Papa Pio II il quale disse “riempito di tante opere gentilesche che non sembra un tempio dei cristiani bensì di infedeli adoratori di demoni”.

L’interno dell’edificio è a navata unica con cappelle laterali.

All’esterno la facciata incompiuta è formata da tre arcate divise da semicolnne in cui quella centrale inquadra il timpano sul portale, mentre le laterali dovevano inquadrare i sepolcri di Sigismondo.

A Firenze per il mercante Giovanni Rucellai edificò un palazzo che divenne modello dei palazzi signorili del rinascimento.

La facciata composta di conci lisci a ordini sovrapposti, è divisa in senso verticale da lesene e in senso orizzontale da cornici marcapiano. Sempre per Rucellai seguì altre opere: la Cappella di San Pancrazio e il compimento della facciata di Santa Maria Novella, adottando in quest’ultima un rivestimento a marmi policromi seguendo un disegno chiaro e lineare.

Progettò per i Gonzaga a Mantova le chiese di San Sebastiano a pianta centrale e di Sant’Andrea a pianta longitudinale.

Leon Battista Alberti morì a Roma nel 1472.

© Testi depositati Dott. Francesco Piersimoni

Arte e monumenti rinascimentali:

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